Promuovere il reinserimento socio-lavorativo dei minori e giovani adulti sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria, costruendo una rete di supporto che possa agevolare il loro ritorno alla vita sociale e professionale. È questo il principale obiettivo del protocollo d’intesa siglato oggi a Palermo, presso la sede di Sicindustria, dal presidente degli industriali, Luigi Rizzolo, e dal dirigente del Centro per la Giustizia Minorile per la Sicilia (CGM Sicilia), Santo Ippolito. Un punto di partenza importante che segna l’inizio di una serie di progetti integrati tra il sistema della giustizia minorile e il tessuto imprenditoriale, che punta a contrastare fenomeni di discriminazione sociale e lavorativa, promuovendo percorsi formativi e di inclusione attiva e creando opportunità concrete per i minori e giovani adulti del circuito penale, con il supporto di imprese e cooperative locali. “Sicindustria – ha detto Rizzolo – crede fortemente nel potenziale positivo del lavoro e della formazione, soprattutto per i giovani che si trovano in contesti di difficoltà e marginalizzazione. Attraverso questo protocollo intendiamo offrire percorsi di apprendimento e inserimento lavorativo, ma anche promuovere un cambio di prospettiva per questi giovani, consentendo loro di vedere nel mondo del lavoro non solo una fonte di sostentamento, ma un’opportunità di crescita e riscatto. Per noi è fondamentale che l’impresa diventi anche luogo di inclusione, un ambiente in cui si coltivano competenze, si accrescono ambizioni e si costruiscono percorsi di vita alternativi alla criminalità. Per questo sono convinto che, insieme al CGM Sicilia, potremo dimostrare che, quando istituzioni e imprese uniscono le forze per uno scopo comune, il cambiamento è possibile”.
“Questo protocollo – ha sottolineato Ippolito – segna un’importante tappa del nostro impegno in favore dei giovani a rischio, che potranno beneficiare di percorsi di crescita personale e professionale grazie a una stretta collaborazione con il mondo produttivo. La giustizia minorile non può limitarsi all’aspetto giudiziario, ma deve concentrarsi su percorsi di rieducazione e crescita, in cui i giovani possano riconoscere nel lavoro e nella formazione una possibilità di riscatto personale. In quest’ottica, una collaborazione come questa risulta davvero preziosa perché i giovani che affrontano percorsi di recupero hanno bisogno di riacquisire competenze di base, scoprire il valore delle proprie capacità e trovare una motivazione che li aiuti a guardare oltre le difficoltà del loro passato. Il mondo del lavoro, grazie al supporto delle aziende, può diventare per loro un terreno fertile in cui acquisire conoscenze e sperimentare il senso di appartenenza a una comunità produttiva”.
Il protocollo, che resterà in vigore per i prossimi tre anni, prevede, tra le altre cose, l’accesso dei giovani a opportunità di apprendimento pratico e “work experience” nelle aziende associate, contribuendo a rafforzare le loro competenze professionali e permettendo loro di conoscere il contesto produttivo; l’attivazione di modelli sperimentali di inserimento socio-lavorativo per stimolare la motivazione all’apprendimento e colmare eventuali lacune nelle competenze di base (per questo, sono stati programmati incontri dedicati alla cultura d’impresa, finalizzati a illustrare ai giovani i profili professionali richiesti, i diritti e doveri contrattuali e le realtà produttive locali) e l’istituzione di un tavolo tecnico interistituzionale composto da rappresentanti di entrambe le parti, che monitorerà le attività e i risultati delle iniziative avviate. Il tavolo si riunirà almeno una volta l’anno e costituirà un punto di riferimento strategico per l’avanzamento dei progetti.