Aziende verdi, è boom Parla il presidente di Sicindustria, Luigi Rizzolo

mercoledì 19 giugno 2024

«Dai dati dello studio Green&Blue sembrerebbe che ad aziende virtuose corrispondano cittadini meno virtuosi. In realtà i dati dimostrano alcune carenze strutturali che a Palermo e in Sicilia vanno risolti. Per i cittadini e per le imprese». Luigi Rizzolo, imprenditore delle energie rinnovabili, dallo scorso novembre presidente di Sicindustria, analizza i risultati del nostro studio sulle grandi città metropolitane che vede Palermo fra le prime per imprese “green” e in coda per servizi e comportamenti sostenibili.
Se la colpa non è delle nostre abitudini, di chi è?
«La raccolta differenziata nei grossi centri è più difficile tecnicamente, da noi si scontra con ritardi di anni e anche con le cattive abitudini. Il problema si risolverà con le nuove tecniche di separazione dei rifiuti gestite dall’intelligenza artificiale, basteranno due contenitori invece che cinque. Nelle reti idriche non possiamo più permetterci di perdere la metà dell’acqua per strada. Come vede il problema sono gli investimenti».
Siamo indietro anche sugli impianti fotovoltaici in case e palazzi, perché?
«In questo caso c’è un vero paradosso tutto siciliano. Mentre già il governo Draghi aveva stabilito che nei centri storici e nelle zone con vincoli paesaggistici i pannelli devono solo non essere visibili dalla strada, in Sicilia le soprintendenze usano criteri strettissimi. Così, ad esempio nei paesi delle Madonie non è stato possibile montare un solo pannello solare mentre negli stessi tetti ci sono centinaia di orribili serbatoi di plastica blu e pericolosi serbatoi e canne fumarie in amianto che nessuno vieta».
Altro che terra del sole e del vento…
«Un’occasione perduta, considerando che un impianto fotovoltaico in Sicilia produce una volta e mezzo di più che in Lazio e un pannello a Palermo produce il doppio di energia dello stesso montato a Torino. Il tanto vituperato Superbonus, anzi, ha consentito di installare nelle case qualche centinaio di chilowatt solare».
Intanto la Sicilia è invasa da grandi impianti eolici e fotovoltaici.
«Io non parlerei di invasione, i dati non dicono questo. Ci vogliono regole ben precise, però dove i terreni sono abbandonati c’è più rischio di incendi e di dissesti idrogeologici. Questi impianti eolici e fotovoltaici possono diventare un presidio di difesa del suolo oltre che accelerare la transizione energetica».
Intanto le imprese siciliane sono fra le più green. Come mai?
«C’è un fattore di maturità ambientale, di etica e soprattutto c’è la convenienza economica. Il costo crescente dell’energia che ci svantaggia nei mercati internazionali si supera con le rinnovabili e processi produttivi meno energivori. A chiedere maggiore sostenibilità sono i mercati dove esportiamo, persino i turisti preferiscono le strutture più green e sostenibili. Stiamo firmando protocolli con le maggiori banche che concederanno i prestiti per gli investimenti sulla base di un “ranking verde”. Investire sulla sostenibilità conviene all’ambiente e conviene anche a noi imprenditori»
 


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